Psicologia - Samuele Simone

Vai ai contenuti

Psicologia

Pisicologia


La psicologia è l’insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, spirituali, pedagogiche e letterarie di un essere umano


Il termine psicologia deriva dall’unione di due parole greche: psyche (ψυχή)= spirito, anima e da logos (λόγος)= discorso, studio.
Letteralmente la psicologia e quindi lo studio e la ricerca dello spirito o dell'anima.
Il significato del termine, introdotto durante il XVI secolo, rimase immutato fino al XVII secolo, quando assunse il significato di "scienza della mente".
Negli ultimi cento anni, il significato di tale termine e cambiato ulteriormente e in modo significativo, adeguandosi alle nuove prospettive ed alla moderna metodologia.
È interessante segnalare che iconograficamente psyche (ψυχή) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci raffigurano con l'immagine di una farfalla lo spirito (anima) che esala nell'istante della morte.
Come accennato, già alcuni filosofi greci, come Platone e Aristotele, posero interrogativi che ancor oggi sono alla base della ricerca psicologica, ma e solo a partire dal Seicento che inizia un confronto più serrato su questi argomenti.
Sono sempre i filosofi, come Cartesio, Thomas Hobbes e John Locke, a portare avanti riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana.
Cartesio, in particolare, sosteneva l'esistenza di una netta divisione fra mente (res cogitans) e corpo (res extensa), ritenendo che alcune idee fossero innate (cioè presenti nella mente fin dalla nascita).
Hobbes e Locke, al contrario, affermavano il predominio dell'esperienza, vista come l'unico processo in grado di sviluppare e organizzare la mente umana, oltre a criticare la divisione di mente e corpo proposta da Cartesio.
Nonostante i numerosi sforzi, queste ricerche non diedero mai vita a una psicologia intesa come materia scientifica.
Il termine "psicologia" risale al XV secolo, inventato dal tedesco Melantone (pseudonimo di Philipp Schwarzerd), che intendeva l’insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano.
Il termine appare invece (nella forma greca psychologia) nelle opere dei suoi discepoli Rodolfo Goclenio (Psychologia, hoc est de hominis perfectione, 1597) e Othone Casmanno (Psychologia anthropologica; siue animae humanae doctrina - Psicologia antropologica; o la conoscenza dell'anima umana, Hanau, 1594).
Recenti ricerche hanno tuttavia individuato un uso più antico del termine nell'umanista dalmata Marcus Marulus (Psychologia de ratione animae humanae, 1511-1518), sebbene non sia chiaro il significato con cui veniva utilizzata tale parola.
Il termine "psicologia" divenne popolare nel Settecento, grazie al tedesco Christian Wolff che lo utilizzo per intitolare due sue opere: Psychologia empirica (1732) e Psychologia rationalis (1734).
Con queste opere Wolff inaugurò la distinzione fra psicologia empirica e psicologia filosofica: la prima cercava di individuare dei principi che potessero spiegare il comportamento dell'anima umana, mentre la seconda indagava sulle facoltà dell'anima stessa.
Successivamente, Kant criticò la distinzione di Wolff, negando la possibilità che potesse esistere una psicologia razionale.
Kant, comunque, accetto la validità della psicologia empirica, anche se non la considerava scienza esatta, per il fatto che era impossibile applicare la matematica ai fenomeni psichici, mancando ad essi la forma a priori dello spazio.
Grazie a Kant si posero le prime basi di una psicologia non più puramente filosofica, ma costruita con criteri empirici.
 
Evoluzione storica della psicologia:
La storia della psicologia come disciplina a sé stante viene generalmente fatta iniziare nella seconda metà dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si apri alle metodologie delle scienze naturali.
Vi è comunque da sottolineare come la psicologia odierna sia legata strettamente agli oggetti di indagine che, da Aristotele e poi nel medioevo fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la sua capacità razionale (l'intelligenza).
Ed anche l'antica suddivisione della mente in facoltà, rivive sostanzialmente inalterata nella moderna suddivisione in processi mentali.
Nel XX secolo si è andati incontro ad un fiorire di prospettive e visioni della psicologia assai diversificate fra loro, sia sul piano metodologico sia sul piano speculativo: si è passati dallo strutturalismo al funzionalismo, dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale, ed ancora, dal cognitivismo HIP al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle attuali neuroscienze.
Nel 1690 il filosofo inglese Locke pubblicò il suo saggio sull'intelletto umano, che ricostruiva il funzionamento della mente, e dava una base solida ai ragionamenti.
La psicologia, intesa come materia scientifica, nacque in Europa nella seconda metà dell'Ottocento.
Tra il 1850 e il 1870 vari scienziati, in particolare fisici e medici, iniziarono ad occuparsi dello studio della psiche analizzando le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive.
Questi scienziati applicarono allo studio della mente le metodologie già applicate alle scienze naturali, dando vita ad una nuova disciplina, la moderna psicologia scientifica.
Questa fu la svolta fondamentale che innescò il processo che porterà la psicologia a diventare una vera disciplina scientifica.
 
Se fino a quel momento la psicologia era stata legata alla filosofia, perché si occupava della natura o dell'essenza dell'anima, da all’ora in poi divenne una scienza, e non una scienza filosofica, ma una scienza sperimentale: scienza perché rigorosa, e sperimentale perché basata sul metodo induttivo, che è fatto di osservazioni e di esperimenti da cui si formulano ipotesi e leggi.
 
Fra i principali precursori che aprirono la strada alla nascita della moderna psicologia si possono citare: Charles Darwin, che propose varie teorie sulle emozioni, Franciscus Donders, che compì studi sui tempi di reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica, studiando il rapporto tra stimoli fisici e sensazioni mentali, Hermann Ebbinghaus (1850-1909) che fu tra i primi ad applicare il metodo sperimentale allo studio della memoria, Francis Galton che fu il padre della psicologia differenziale, Theodule Ribot che contribuì in modo decisivo a far assumere una propria identità alla psicopatologia, Alfred Binet e Arnold Gesell che risultarono fondamentali pionieri nella "psicologia infantile".
 
Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica spetta, però, al tedesco Wilhelm Wundt (1832-1920).
 
Questi raccolse e scrisse una mole gigantesca di materiale riguardante la nascente disciplina e, grazie alla sua grande cultura, riuscì a dare alla materia una base concettuale e un assetto organico.
 
Wundt, nel 1873-74, pubblicò i "Fondamenti di psicologia fisiologica", opera considerata il primo vero trattato psicologico-scientifico della storia.
Nel 1875 Wundt divenne professore di filosofia a Lipsia, dove fondò un suo laboratorio di ricerca psicologica nel 1879.
A questo laboratorio affluirono allievi e scienziati di tutto il mondo, che compirono ricerche e studi sui tempi di reazione, l'attenzione, le associazioni mentali e la psicofisiologia dei sensi.
Per Wundt l'oggetto della psicologia doveva essere l'esperienza umana immediata, contrapposta all'esperienza mediata, che era invece oggetto delle scienze fisiche.
Grazie a questa definizione, e all'uso di una metodologia rigorosa durante gli esperimenti, si strutturò definitivamente la psicologia intesa come disciplina scientifica ed accademica. Per il suo grande impegno e gli ingenti studi, Wundt è passato alla storia come il padre fondatore della psicologia.
 
Franz Brentano:
Circa negli stessi anni in cui operava il laboratorio di Wundt, il filosofo austriaco Franz Brentano (1838-1917) propose un approccio completamente diverso alla psicologia, non basato sul rigore del metodo scientifico e la sperimentazione, bensì su un concetto più filosofico e perciò meno sperimentale, che Brentano definiva "intenzionalità".
Le sue idee diedero vita alla cosiddetta scuola di Brentano (prima a Wurzburg e poi a Vienna) ed egli stesso può essere considerato il secondo padre della psicologia.
Le due tradizioni infatti, quella Wundtiana e quella Brentaniana, rappresentarono per decenni i due grandi orientamenti di ricerca esistenti nella psicologia sperimentale e teorica.
La sua scuola, in particolare, influenzò Sigmund Freud e precorse i concetti della psicologia della Gestalt e della psicologia sociale.

La psicologia Spiritualista e Spiritista:
La psicologia Spiritista e Spiritualista, ebbe origine grazie al filosofo francese Allan Kardec (pseudonimo di Leon Rivail Denizard, pedagogo francese, che stilò e scrisse molti libri per la letteratura francese).
Kardec si avvicinò allo spiritualismo su invito a partecipare ad alcune sedute spiritiche per mezzo dei tavoli volanti, con cui i partecipanti ricevevano messaggi e scritti da parte degli Spiriti.
Kardec (Rivail), dapprima scettico, iniziò ad approfondire quei fenomeni, escludendo trucchi e inganni.
Appurato che non ci fosse alcuna frode, cominciò ad avvicinarsi alle sedute con l’approccio che ebbe stilando i libri di letteratura francese.
Quell'indagine lo condusse ad interrogare gli Spiriti su molti, di filosofia, psicologia e dogmi religiosi, soffermandosi molto sulla natura degli stessi Spiriti, fino ad appurare, sempre sotto attenta indagine, che gli spiriti erano e sono gli uomini trapassati nel mondo spirituale dopo la morte.
Queste comunicazioni portarono ad una grande riflessione e certezza, gli spiriti essendo gli uomini che vivevano terra, mantengono le stesse attitudini e individualità, e di conseguenza ci si può rapportare come con gli uomini.
L’indagine tramite le comunicazioni, portarono Allan Kardec a comprendere che se si conduce l’essere umano all'attenzione della sua vera natura ed essenza spirituale, questi può guarire da certe malattie mentali o psichiche.
I suoi studi confermarono anche le ricerche dei primi filosofi sull'anima e sullo spirito e la loro esistenza dopo la morte.
Da un punto di vista medico/scientifico lo Spiritismo venne considerato “Scienza Psicologica” e portò a molte conferme in numerosi congressi spiritualisti e psicologici, tenutosi in Europa tra 1889 1926.
Per concludere possiamo raggruppare la filosofia, la psicologia e lo spiritualismo come un'unica impalcatura per lo studio, la realizzazione e la crescita dell’essere umano.
 
Torna ai contenuti